Chi ha paura del lupo cattivo

ORIGINE DELL’UOMO

 

 

AUSTRALOPITHECUS

    (7milioni di anni fa)            HOMO

                                          (5mil. anni)   HOMO ABILIS

                                                              (2,5 ml. Anni)     HOMO ERECTUS

                                                                                         (2 ml. Anni fa )           HOMO SAPIENS

                                                                                                                         (500.000 anni fa)

                                                                                                                                        

                                                                                                                                        

 

 

                                                                           

                                                        HOMO SAPIENS NEANDERTHALENSIS 

                                                                  (130.000-40,000 anni fa)                                 HOMO SAPIENS SAPIENS

                                                                                                                                                    (100.000 anni fa)

L’uomo ebbe origine da una scimmia antropomorfa circa 7 milioni di anni fa principalmente nell’Africa Orientale e nel Sud Africa. Come da schema sopra presentato si evince la sua evoluzione fino a giungere a circa 100.000 anni fa dove dall’Homo Sapiens si dividono due linee geografiche ed evolutive:l’Homo Sapiens Neanderthalensis che si era sviluppato principalmente in Europa ed in Asia ed il più evoluto Homo Sapiens Sapiens che giunge dall’Africa e che secondo il biologo americano John Allman,spodestò l’Uomo di Neanderthal e l’Homo Erectus grazie all’addomesticamento del lupo. Durante il periodo Paleolitico (circa 16.000 milioni di anni fa) l’uomo era nomade e dedito alla caccia per la propria sopravvivenza e da questo nasce il suo legame con gli animali dove il lupo viene visto con molto rispetto ed è il periodo in cui possiamo trovare i primi reperti di Canis Lupus Familiaris legato all’uomo. Ed è in questa epoca che possiamo collocare la DOMESTICAZIONE che viene resa possibile dal fatto che la struttura sociale umana e quella lupoide sono molto simili.

CHI E’IL CANIS LUPUS ?

Fu C. Linneo a fondare la classificazione zoologica attribuendo il nome Canis lupus familiaris ai cani,riconoscendo la loro appartenenza alla medesima specie sostenendo in tal modo la teoria monofiletica.

REGNO:                     animalia            

SOTTOREGNO:        eumetazoa

SUPERPHILUM:     deuterostomia

PHYLUM:                 chordata

CLASSE:                   mammalia

SOTTOCLASSE:      eutheria

ORDINE:                  carnivora

FAMIGLIA:             canidae

SOTTOFAMIGLIA:caninae

GENERE:                canis

SPECIE:                  lupus

 

 

 

 

La specie lupo è suddivisa in un numero variabile di  sottospecie(13-24), differenti a seconda di caratteristiche fenotipiche, genetiche e comportamentali:

Lupo europeo ( HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_lupus” \o “Canis lupus lupus” Canis lupus lupus), è la sottospecie più diffusa in Europa e in Asia, presente dalla Scandinavia all’Himalaya tra i quali posiamo inserire il lupo italiano ( HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_italicus” \o “Canis lupus italicus” Canis lupus italicus), presente nella Penisola italiana e in regime di protezione legale dal 1992, anno in cui è stato dichiarato “specie particolarmente protetta”. 

Lupo della tundra d’Eurasia ( HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_albus” \o “Canis lupus albus” Canis lupus albus), presente nel nord della Russia e della Siberia, di colore chiaro. 

Lupo dei boschi o lupo del Canada ( HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_lycaon” \o “Canis lupus lycaon” Canis lupus lycaon), presente in Canada e Stati Uniti, fu la prima sottospecie a essere identificata in America Settentrionale. 

Lupo bianco ( HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_arctos” \o “Canis lupus arctos” Canis lupus arctos), presente in Groenlandia e in Canada, dal tipico manto bianco o crema, è la sottospecie più grande. 

 HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_arabs” \o “Canis lupus arabs” Canis lupus arabs, con popolazione in declino, presente in Arabia Saudita, Yemen e Oman. 

 HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_hodophilax” \o “Canis lupus hodophilax” Canis lupus hodophilax , estinto dal 1905 nelle isole giapponesi di Honshu, Shikoku e Kyushu. 

 HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_pallipes” \o “Canis lupus pallipes” Canis lupus pallipes, presente in Medio Oriente, Afghanistan, Pakistan e India. 

 HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Canis_lupus_occidentalis&action=edit” \o “Canis lupus occidentalis” Canis lupus occidentalis, presente in Alaska e in Canada, è stata la sottospecie oggetto del programma di reintroduzione iniziato nel 1995 nel Parco Nazionale di Yellowstone. 

D.Mech( famoso esperto e studioso di lupi)  definisce il lupo” il cane originario” ,visto che molto spesso viene detto che il lupo sia un grosso ‘cane selvaggio’ o che il cane è un ‘ lupo domestico’.

Vediamo ora le caratteristiche fisiche del lupo: hanno un peso variabile tra i 55-45 Kg;la lunghezza totale varia per i maschi tra i 152-198 cm e per le femmine tra i 137-183,lunghezza calcolata dal naso alla punta della coda e quest’ultima è lunga circa 33-50 cm;l’altezza al garrese è di 66-81 cm;la testa è lunga 23-28 cm e larga 12,7-15,2 cm(è una testa di dimensioni importanti rispetto a quella del cane il che è un elemento che permette la distinzione tra le due specie);una dentatura visibilmente carnivora con canini ben sviluppati che possono raggiungere anche i 6 cm;ha un pelo abbastanza folto, ma non tropo lungo,la cui densità varia a seconda dell’ubicazione geografica ed ha una colorazione variabile:bianco,crema,biondo,fulvo,rosso,grigio(il più comune e conosciuto)e nero.

COME VIVE IL LUPO

Come già accennato prima le strutture sociali sia del lupo che dell’uomo sono molto simili, sia uomo che lupo(o cane) necessitano della vita di branco; la solitudine e l’isolamento sono deleteri per entrambi (molte altre specie conducono invece un’esistenza solitaria) e, come le altre specie sociali, hanno leggi naturali che regolano i rapporti fra gli individui dello stesso gruppo: quelle di uomini e lupi(o cani) in molti aspetti sono simili, anche se quelle del cane-lupo sono più semplici e rigide.

BRANCO

Il branco è costituito da un numero variabile di elementi la cui quantità dipende soprattutto  dal numero di soggetti necessari affinché la caccia si possa svolgere con il minimo sforzo e il massimo risultato. Questo numero può raggiungere anche i 15 elementi ma mediamente è composto da 8-10 soggetti. Nella struttura gerarchica del branco,nel momento in cui viene catturata la preda,i primi a “banchettare”sono i lupi dominanti che dopo essersi saziati lasciano i resti ai subordinati e se le rimanenze non sono sufficienti per tutti,i soggetti che sono rimasti senza cibo si ritrovano a dover tornare a fare una battuta di caccia per sfamarsi andando così,a volte,a creare dei nuovi branchi.

GERARCHIA

L’ordinamento gerarchico dei lupi è ben definito. La leadership è del maschio Alfa accompagnato dalla femmina Alfa ai quali seguono i subordinati Beta e così di seguito fino a giungere ai più bassi del rango che vengono definiti periferici. I due soggetti Alfa sono quelli che in pratica gestiscono la vita del branco. Il maschio Alfa è quello che decide il momento della caccia e per primo si sfama,stabilisce il momento del riposo e il cambio del territorio ed è,generalmente, il solo ad accoppiarsi con la femmina Alfa, per garantire una maggiore sopravvivenza della specie e dei soggetti naturalmente più forti. Il maschio Alfa è superiore alla femmina Alfa ma vi è un momento in cui il maschio accetta la predominanza della femmina, ossia quando quest’ultima ha appena partorito. La leadership del maschio non è messa continuamente in discussione dagli altri membri del branco,ma per avere ciò, al maschio spetta costantemente affermare la propria supremazia,con piccoli segnali come per esempio la postura eretta e lo sguardo fisso sul subordinato che di conseguenza deve distogliere lo sguardo e allontanarsi.                                                                                                                                   

RIPRODUZIONE

In base a quanto detto prima possiamo dire che la struttura del branco è una struttura familiare basata sulla coppia dove,però,spesso accade che la femmina Alfa decida di accoppiarsi non esclusivamente con il maschio Alfa,quello del branco non è uno schema rigido,inflessibile ma un intreccio di legami controllati da continue tensioni. Le femmine di lupo vanno in calore una sola volta all’anno e in base alla posizione geografica questo periodo può andare da gennaio ad aprile in modo tale da permettere che i cuccioli nascano in primavera, la gravidanza,infatti,dura circa 63 giorni. Verso la fine della gravidanza la lupa prepara la sua tana o ne cerca una pronta e specialmente se non si tratta del primo parto,è facile sia quella dell’anno precedente. Al momento del parto la lupa pulisce i neonati cuccioli dalle membrane che li ricoprono ingurgitando tutto in maniera da non lasciare nella tana residui organici che putrefarebbero e renderebbero la tana “covo”di batteri e sede di pericolo per i cuccioli. I cuccioli inizieranno ad uscire dalla tana verso l’ottava-decima settimana e il loro svezzamento ha inizio verso la 4°settimana dove i cuccioli,leccando e toccando con le zampette la bocca degli adulti, li stimolano a rigurgitare il cibo.

LA DOMESTICAZIONE

Circa 30.000anni fa, l’uomo non era ancora sedentario e si nutriva dei prodotti della sua caccia, quindi seguiva le migrazioni delle sue prede. I cambiamenti climatici, fine di un periodo glaciale e riscaldamento brusco dell’atmosfera, che si sono verificati circa 10.000 anni fa, nel passaggio dal pleistocene all’olocene, hanno portato alla sostituzione delle tundre con le foreste e, di conseguenza, alla rarefazione dei mammut e dei bisonti a vantaggio dei cervi e dei cinghiali. Questa diminuzione delle prede tradizionali ha spinto gli uomini ad inventare nuove armi e ad adattare le loro tecniche di caccia. Si trovarono allora in concorrenza con i lupi che si nutrivano delle stesse prede e utilizzavano gli stessi metodi di caccia in branco facendo ricorso a “battitori”. L’ uomo è utilitarista,da ciò nasce il suo ingegnarsi per trarre il massimo profitto con il minimo sforzo,il ché lo porta a  tentare di rendere il lupo suo alleato nella caccia cercando, per la prima volta, di addomesticare un animale molto prima di diventare sedentario e di allevare il suo bestiame. In questo modo, il cane primitivo era indiscutibilmente un cane da caccia e non un cane da pastore. La domesticazione del lupo è certamente iniziata con l’addomesticamento di alcuni individui. Tale processo  costituisce comunque la prima fase indispensabile per portare alla domesticazione di una specie che comprende, in una seconda fase, il controllo della sua riproduzione. Probabilmente,sono stati condotti svariati tentativi e in particolare su giovani lupacchiotti per portare all’adattamento irreversibile all’uomo, durante il loro periodo neonatale, poi al rifiuto dei consimili, fasi che caratterizzano la riuscita della domesticazione. Questo successo è stato senza dubbio favorito dall’attitudine naturale dei lupacchiotti a sottomettersi alle regole gerarchiche di un branco.

IN ORIGINE ERA IL LUPO?!?!

Coyote,sciacallo,dingo,cuon e pariah sono anch’essi canidi le cui origini risalgono a tempi molto antichi e dai quali potrebbero discendere i cani, ma i più antichi scheletri di cani scoperti risalgono a circa 30.000 anni dopo la comparsa dell’Homo sapiens sapiens. Sono sempre stati esumati in prossimità di resti di ossa umane e questa è la ragione per la quale si sono guadagnati, di conseguenza, l’appellativo di Canis familiaris (-10. 000 anni). Apparirebbe logico pensare che il cane domestico discenda da un Canide selvatico preesistente. Tra questi potenziali antenati compaiono il lupo (Canis lupus), lo sciacallo (Canis aurus) e il coyote (Canis patrans). Peraltro, è in Cina che sono stati scoperti i resti più antichi di cani mentre non sono mai stati identificati in queste regioni né lo sciacallo, né il coyote. È sempre in Cina, inoltre, che furono riscontrate le prime associazioni tra l’uomo e una varietà di lupo di piccola taglia (Canis lupus variabilis) che risale a 150.000 anni fa. La coesistenza di queste due specie  sembra rinforzare la teoria del lupo come progenitore del cane. Questa ipotesi è stata rafforzata da più scoperte, in particolare:                         -  la comparsa di certe razze di cani nordici direttamente derivati dal lupo;                                         -  il risultato di ricerche genetiche che hanno confrontato il DNA mitocondriale di queste specie, rilevando una similitudine superiore al 99,8 % tra cane e lupo mentre essa non supera il 96 % tra il cane e il coyote;                                                                                                                                         -  l’esistenza di più di 45 sottospecie di lupi che potrebbero essere all’origine della diversità tra razze osservata nei cani;                                                                                                                             -  la similitudine e la comprensione reciproca del linguaggio posturale e vocale tra queste due specie. Tali somiglianze tra cani e lupi complicano il compito dei paleozoologi di fare una distinzione precisa tra resti di lupo e di cane. Infatti, il cane primitivo non si differenzia dal suo progenitore che per qualche dettaglio poco rilevante, come la lunghezza della canna nasale, l’angolazione dello stop o anche la distanza tra denti ferini e tubercoli superiori. Inoltre la teoria “diffusionista”, che attribuisce alle migrazioni umane la responsabilità degli adattamenti del cane primitivo, non esclude la teoria “evoluzionista” che sostiene che le varietà di cani derivano dai differenti centri di domesticazione del lupo. Quest’ultime sono  solo alcune delle teorie evoluzionistiche,alle quali possiamo aggiungere le teorie basate su analogie osteologiche e dentarie che si sono confrontate a lungo per attribuire a una o all’altra di queste specie quali, il lupo, lo sciacallo e il coyote, lo status di progenitore del cane. Alcuni  hanno supposto che incroci tra queste specie potevano essere all’origine della specie canina, partendo dal fatto che gli accoppiamenti lupo-coyote, lupo-sciacallo, oppure sciacallo-coyote sono fecondi e possono dar luogo a ibridi fertili, tutti aventi 39 coppie di cromosomi. Per quanto riguarda i lupi, questi erano presenti ovunque, ma le differenze di comportamento e di dimensione con le altre due specie rendevano gli accoppiamenti intraspecie altamente improbabili, cosa che negherebbe, tra l’altro, l’ipotesi che attribuisce la “paternità” del cane ad una ibridazione tra sciacallo (Canis aureus) e lupo grigio (Canis lupus).

Il lupo e l’uomo vivono insieme già da molto tempo….. 

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Il lupo e l’uomo vivevano uno accanto all’altro, quali cacciatori di grandi prede, già alla fine del periodo delle glaciazioni. Erano concorrenti perché cacciavano le stesse prede, ma non erano nemici.

 

753 A.C.

   

Secondo la leggenda vengono abbandonati Romolo e Remo; una lupa, impietosita, li allatta e li alleva. Nel luogo del loro salvataggio i fratelli fondano la città di Roma, in onore della lupa.

 

1300

1350

1400

1450

1500

1800  

Nel Medioevo il lupo viene perseguitato senza tregua quale concorrente nella caccia e predatore di animali da reddito. Nel 1498 viene pubblicato il libro “Hexenhammer“, un manuale per riconoscere streghe e lupi mannari. Durante il periodo ricco di superstizioni del Medioevo e dell’Inquisizione moltissime persone vengono condannate ad una morte atroce perché considerate lupi mannari.  

 

1820 …

1920                

Nel XIX secolo, nella raccolta di favole dei fratelli Grimm, appare ” HYPERLINK “http://www.wild.unizh.ch/wolf/i/wp_ma_i1.htm” Cappuccetto rosso“. 

Attorno al 1930 appare il Libro della giungla,di R. Kipling. Mowgli,il suo protagonista,viene allevato da un branco di lupi.

 

1940

1960

1980

2000

 

 

 Il lupo nei film: “Mai gridare al lupo”, dall’omonimo libro di Farley Mowat; “Balla coi lupi” (Kevin Costner).Oggi nella nostra mente coesistono  HYPERLINK “http://www.wsl.ch/land/products/predator/forschung.htm” \t “_blank” due immagini del lupo:
1. l’animale pericoloso che digrigna i denti e
2. la creatura a torto perseguitata, simbolo della natura selvaggia e della libertà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORIGINE DEI CANIDI

I Canidi sono mammiferi caratterizzati da canini appuntiti, una dentizione adatta ad una dieta onnivora ed uno scheletro con dimensioni idonee ad una locomozione digitigrada.Essi appartengono all’ordine dei carnivori il cui sviluppo ha avuto origine all’inizio dell’era terziaria, nelle nicchie ecologiche abbandonate dai rettili, scomparsi alla fine del secondario. Hanno iniziato ad evolversi e a diversificarsi circa 50 milioni di anni fa, sul continente nordamericano con la comparsa di una famiglia di carnivori che assomigliavano alla nostra attuale donnola: i Miacidi. Questa famiglia prosperava in questo continente 40 milioni di anni fa e comprendeva 42 generi differenti mentre oggigiorno non ne conta più di 16. La famiglia dei Canidi attuali comprende tre sottofamiglie: i Cuonini (licaone), gli Otocionini (otocione del Sudafrica) e i Canidi (cane, lupo, volpe, sciacallo, coyote).I Canidi hanno sostituito progressivamente i Miacidi con la comparsa del genere Hesperocyon, molto diffuso circa 35 milioni di anni fa. Il loro cranio e le loro dita presentavano già analogie osteologiche e dentarie con quelle dei lupi, dei cani e delle volpi attuali da poter essere all’origine di queste linee. Il miocene vede la comparsa del genere Phlaocyon che doveva assomigliare ad un procione, ma soprattutto del genere Mesocyon la cui formazione dentaria era comparabile a quella del nostro cane attuale. Il profilo dei Canidi si sviluppa allora progressivamente con i generi Cynodesmus (assomigliante al coyote), poi Tomarctus e Leptocyon per avvicinarsi sempre di più al nostro attuale lupo o anche al cane di razza Spitz grazie alla riduzione e all’avvolgimento della coda, l’allungamento degli arti e delle loro estremità, in particolare con la riduzione del dito pollice, che portano ad un adattamento alla corsa.

COMPARSA DEL GENERE CANIS

I Canidi del genere Canis appaiono solamente alla fine del terziario, fino ad invadere l’Europa durante l’eocene superiore attraverso lo stretto di Bering di allora, ma sembrano scomparire nell’oligocene inferiore a vantaggio degli Ursidi. Il miocene superiore li vede ritornare con l’immigrazione, sempre proveniente dall’America del nord, del Canis lepophagus che assomigliava già al cane attuale benché la sua taglia fosse più vicina a quella del coyote. Durante il pliocene, questi Canidi si diffondono allora progressivamente verso l’Asia poi verso l’Africa. Paradossalmente, non sembrano aver conquistato l’America del sud, se non molto più tardi, durante il pleistocene inferiore. Infine, vi è verosimilmente l’uomo all’origine della loro introduzione nel continente australiano, circa 500.000 anni fa, durante il pleistocene superiore, ma non vi è nulla che prova che siano all’origine dei dingo, questi cani selvatici che popolano attualmente questo continente e che sono stati importati dall’uomo, soltanto da 15.000 a 20.000 anni fa. Nei siti archeologici europei, si distinguono più varietà di cani: i più grandi sarebbero derivati dai grandi lupi del Nord (avevano la dimensione al garrese degli attuali alani) e avrebbero dato origine ai cani nordici e ai grandi cani da pastore. I più piccoli, morfologicamente vicini agli attuali dingo selvatici, troverebbero le loro origini nei lupi, più piccoli, dell’India e del Medio Oriente.

GENETICA IN CINOFILIA

Senza discutere dei metodi di selezione genetica complessi riservati al settore dell’allevamento, può essere utile vedere qualche  nozione  di base che permetta  di comprendere questa scienza, spesso molto complicata, che è la genetica, in modo da poter rispondere almeno alla domanda: “Come si trasmettono i caratteri genetici?”.  In genetica, un carattere rappresenta l’espressione visibile o quantificabile di uno o più geni. Il colore del pelo, l’attitudine di un cane a stanare la selvaggina, l’altezza al garrese, la displasia dell’anca rappresentano altrettanti esempi di “caratteri genetici” nel senso più vasto del termine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL SUPPORTO GENETICO DEI CARATTERI

Un gene rappresenta un’unità di programma situato in un punto preciso (“locus”) di un cromosoma. Se il gene fosse una nota musicale, il cromosoma ne sarebbe il supporto materiale, vale a dire la partitura. Tutte le cellule del cane contengono nel loro nucleo 39 paia di cromosomi, ad eccezione delle cellule prive di nucleo (i globuli rossi, per esempio), e delle cellule sessuali (spermatozoi e ovuli), che possiedono i 39 cromosomi in un solo esemplare ciascuno.
L’insieme dei cromosomi contenenti i geni costituisce il patrimonio genetico, o genoma, dell’individuo, vale a dire l’insieme del programma che condizionerà la sua morfologia e una buona parte del suo comportamento. Se i cromosomi sono presenti in esemplari doppi, sotto forma di coppie, è perché sono ereditati per metà dal padre e per metà dalla madre (si parla perciò di allele). Succede così che queste due “voci” ragionino in modo identico, dando alla cellula lo stesso ordine: l’individuo, in questo caso viene detto omozigote per il carattere preso in considerazione. Per esempio, l’allele “
b” (per “brown”) codificherà per un pelo marrone nel cucciolo, se sarà presente simultaneamente sui due cromosomi parentali che avrà ereditato. Il cucciolo è detto allora “omozigote b/b“. Al contrario, se il cromosoma ereditato dal padre porta il gene “B” per “black”, (nero, in italiano) e quello ereditato dalla madre il gene “b“, il cane sarà detto “eterozigote B/b“, e si constaterà che il suo pelo sarà nero come quello del padre. In questo caso il gene “B” (maiuscolo) è detto dominante in rapporto al gene “b” (minuscolo), che è detto recessivo. L’omozigote è dunque la condizione sine qua non per l’espressione morfologica di un gene recessivo.

 

TRASMISSIONE DEI CARATTERI

Al momento dell’elaborazione delle cellule sessuali, un procedimento complesso detto “meiosi” dissocia le 39 paia di cromosomi della cellula originale, le mescola e le redistribuisce, un po’ come si fa nei giochi con le carte, sotto forma di una nuova combinazione di 39 cromosomi che si ritrovano in ciascun gamete. La diversità genetica dei gameti assicura così la variabilità genetica in seno ad ogni razza di cane. L’unione di uno spermatozoo e di un ovulo (fecondazione) da luogo alla formazione dell’uovo, (zigote) nel quale i cromosomi ereditati dai due genitori si riuniscono di nuovo in coppie omologhe. 

In tal modo si comprende come la natura operi due livelli di 

selezione, involontari e incontrollati: 

- il primo durante la meiosi, poiché un’informazione diversa viene data a ciascun gamete;
- il secondo al momento della fecondazione, dato che è impossibile predire quale spermatozoo sarà il fecondatore e quale ovulo sarà fecondato. A questo si può aggiungere che certi geni possono mutare, modificando così il carattere da essi codificato: ciascun individuo ha, al momento del  concepimento, una possibilità su dieci che uno dei  suoi geni muti. Esistono quindi, come abbiamo 

Esempio di trasmissione aleatoria di due caratteri nel corso della genesi degli spermatozooi (Meiosi)

visto, dei caratteri dominanti e dei caratteri recessivi: l’esempio del colore nero (B) che, per il pelo, domina sul marrone (b). Di fronte a un cane di colore marrone è facile indovinarne il genotipo, che non può essere altro che b/b, dato che il carattere recessivo marrone non può esprimersi che allo stato omozigote: nel caso dei geni recessivi, il fenotipo (ciò che vediamo) è dunque un buon riflesso del genotipo. Al contrario, il fenotipo “pelo nero” può corrispondere a due genotipi differenti, B/b (eterozigote) e B/B (omozigote): nel primo caso, il cane è nero ma portatore di un allele marrone che potrà trasmettere alla sua discendenza; nel secondo caso, il cane nero omozigote trasmetterà obbligatoriamente uno dei suoi due alleli B alla discendenza, che sarà uniformemente nera alla prima generazione, quali che siano gli alleli apportati dal suo patrimonio genetico.

LA GENETICA NELLA FORMAZIONE DELLE RAZZE

La genetica applicata all’evoluzione dei Canidi ha permesso di identificare quattro meccanismi evolutivi principali:

1.  mutazione,che produce i nuovi tipi genetici;

2. selezione naturale,che sceglie coloro che meglio si adattano all’ambiente in cui vivono;

3. selezione artificiale,che sceglie coloro che più rispondono per qualità fisiche o temperamentali al gusto dell’allevatore;

4. deriva genetica,che è l’effetto del caso dovuto alle fluttuazioni statistiche delle frequenze geniche da una generazione all’altra;

5. migrazione di individui da una popolazione all’altra o da un luogo all’altro.

MUTAZIONE

Le mutazioni sono variazioni del patrimonio genetico che determinano i cambiamenti morfologici e sono all’origine della variazione discontinua continua della popolazione.

La variazione discontinua è basata su mutazioni visibili che compaiono improvvisamente e sono ereditarie,quindi mantenute solo dalla prole del soggetto portatore. Alcune razze si distinguono in varietà di colore o di pelo,causate da mutazioni semplici,come ad esempio il color cioccolato quale derivato del nero,o il pelo raso alternativo al pelo ruvido.

La variazione continua risulta dall’azione di poligoni ed è il mezzo più potente per modificare i cani,generazione dopo generazione. Anche se la maggior parte delle mutazioni origina delle variazioni prive di significato,ininfluenti sulla biologia del soggetto che ne è portatore. Darwin sosteneva che i caratteri più utili per ricostruire l’evoluzione sono quelli banali o insignificanti. Se non sono influenti,molte mutazioni sono dannose e chi ne è portatore è penalizzato. A volte,il carattere nuovo porta un beneficio,o uno di quelli senza importanza,per variazioni ambientali, diventa fortuitamente vantaggioso. Come ad esempio il colore bianco presente in alcuni lupi delle foreste che diviene vantaggioso  quando il lupo si trasferisce nell’ambiente artico. Le mutazioni sono geneticamente recessive il che le rende rare ma la loro frequenza può aumentare con la consanguineità. In un organismo biologicamente adattato da una lunga storia selettiva,le mutazioni sono cambiamenti fortuiti,il ché le rende poco vantaggiose, quali alteratrici di un meccanismo armonico,ma,anzi,le rende nocive e causa di malattie,morte o incapacità di riproduzione. 

 

 

SELEZIONE NATURALE

La selezione naturale elimina tute le mutazioni nocive consentendo la sopravvivenza dei più adatti. E’ costituita dall’insieme delle forze che mettono ogni organismo in competizione riproduttiva con gli altri della sua specie.

SELEZIONE ARTIFICIALE

La selezione non naturale ma forzata dall’uomo,venne sicuramente messa in atto agli albori del rapporto tra le due specie. I tratti caratteriali che sono fondamentali per la convivenza insieme sono fortemente ereditari. Per molto tempo questa selezione è stata basata esclusivamente sulle qualità del temperamento,anche se alcuni tratti caratteriali sono legati a peculiarità morfologiche, come ad esempio un aspetto di tipo infantile si associa ad un temperamento più giocoso e meno incline all’indipendenza e all’aggressività. Questo può spiegare come questa selezione abbia portato a scegliere soggetti con fenotipo neotenico(muso corto,stop accentuato,fronte arrotondata,occhio tondo). Mentre la selezione naturale ha reso il lupo perfettamente adattato,la selezione artificiale ha scelto i più adatti a vivere con lui e a diventare cani.

DERIVA GENETICA

Il nome della deriva genetica viene dato alle fluttuazioni statistiche delle frequenze geniche nelle popolazioni da una generazione all’altra,il ché può condurre all’aumento di un tipo genico o di un altro,secondo l’effetto del caso e con una tendenza generale all’omogeneizzazione della popolazione. Se osserviamo due popolazioni identiche,in cui all’inizio vi sono vari tipi genetici,alla fine del processo di deriva genetica,saranno tutte e due omogenee,ma,magari assolutamente diverse l’una dall’altra,essendo una delle due formata solo da un tipo genetico e l’altra da un altro dei tipi presenti all’inizio. A differenza della selezione naturale,la deriva genetica è cieca nei confronti dell’esito evolutivo finale. Se prendiamo come assunto che la selezione artificiale,operata dall’uomo,abbia influenzato soprattutto la docilità,è molto probabile che  la deriva abbia agito fondamentalmente su tutto il patrimonio genetico.

MIGRAZIONE

Risulta un po’ difficile supporre la migrazione di individui da una popolazione all’altra,mentre risulta più probabile l’introduzione di nuovi individui dalla vita selvaggia. Comparabile,da un punto di vista genetico,alla migrazione è l’incrocio.

L’incrocio è sempre stato usato per introdurre rapidamente i caratteri desiderati in una determinata popolazione. Dopo l’incrocio si opera in consanguineità per eliminare tutti gli altri caratteri. Con lo sviluppo dell’agricoltura e della pastorizia,le popolazioni umane,nelle loro migrazioni,portavano con sé i cani contribuendo in questo modo agli incroci. L’addomesticamento è un processo lento,legato alla genetica,basato sulle doti caratteriali di socialità,docilità ed adattabilità dei primi lupi e della propensione a rendersi utili. Le modifiche morfologiche sono intervenute più tardi quali involontarie conseguenze della deriva,della consanguineità e dell’isolamento. L’attitudine funzionale associata alla struttura fisica non si può progettare a priori essa è soprattutto una scoperta. La storia delle razze canine è tutta basata su queste scoperte. Il cane non è un’argilla da poter plasmare a piacimento. Non si può programmare una certa qualità fisica mai vista prima,si può solo scoprire che determinati tratti ci servono o ci piacciono e tentare di ottenerli nella discendenza.

ONTOGENESI DELLE RAZZE

Prima di trattare l’argomento credo necessario inserire la definizione di alcuni dei termini di seguito utilizzati.

Ontogenesi: sono i processi evolutivi e di sviluppo che hanno condotto alla formazione delle razze;

pedomorfosi: arresto dello sviluppo allo stadio giovanile;

neotenia:persistenza dei caratteri giovanili fin nello stadio adulto.

TEORIA NEOTENICA

Gli studi sull’ontogenesi delle razze hanno dimostrato che i cani,una volta svincolatisi della necessità di essere equipaggiati per sopravvivere con le proprie forze,hanno potuto crescere e riprodursi anche con facce molto piatte,arti troppo corti,dimensioni da giganti o da nani,mantelli rasati in ambienti freddi o lanosi in ambienti caldi. A parte le diversità insorte nel pelo,in maniera spontanea e casuale,le altre sono alterazioni genetiche di tutto il cane che hanno trovato degli estimatori che hanno lavorato,su queste,con la selezione artificiale,per perpetuarle. La mappa genetica di un soggetto,nel momento della sua codifica,è sensibile a mutazioni che possono essere poco incidenti,in alcuni casi,ma che in altri possono colpire geni “importanti” come,ad esempio, quelli regolatori dello sviluppo che possono determinare un blocco ad un livello non completamente maturo mantenendo,successivamente,nell’adulto una morfologia giovanile. Tale caratteristica è definita pedomorfosi o neotenia ed è alla base della diversificazione fra le razze canine. I cani sono tutti molto simili tra loro prendendo in esame la struttura generale e le proporzioni. Il cane ha il cervello più piccolo di un lupo di pari taglia,un cane di 45 Kg di peso ha una testa più piccola del 20%  rispetto a quella di un lupo dello stesso peso e il cervello,del cane preso ad esempio,ha le dimensioni di quello di un lupo di 3-4 mesi. Ray e Lorna Coppinger sono stati i primi a trattare le argomentazioni di tali teorie,correlando la tipologia della struttura fisica con le caratteristiche del comportamento e identificando degli stadi distinti dell’ontogenesi ancestrale della specie,nelle quali le razze possono essere ricondotte in base alla forma della testa. La tesi neotencia sostiene che la selezione operata dall’uomo ha favorito quei cani che diventavano capaci di riprodursi in quel periodo che coincide,nel lupo,all’età adolescenziale. Questi cani non proseguono oltre nella maturazione, ma hanno una certa persistenza nello  schema neonatale. Prendendo ad esempio le fasi dell’azione di caccia del lupo all’inseguimento dovrebbero seguire la cattura,l’uccisione,la dissezione e la nutrizione;nel cane conduttore di bestiame,è presente lo schema motorio della caccia ma che si limita all’inseguimento e punta,ma senza alcuna associazione con l’attività della nutrizione. Secondo le affermazioni di Coppinger,il cane tipico è quello che possiede insieme comportamenti neonatali ed adulti,chiede cure ed attenzioni ed ha bisogno di essere nutrito ma contemporaneamente sa cacciare e puntare senza tendere ad abbandonare il branco al quale resta dipendente per sempre. Ma la sola neotenia, come meccanismo autonomo,non è considerata sufficiente a giustificare la formazione delle razze canine,ad essa va associato l’ “incrocio” che crea nuove combinazioni e fenotipi ed è sempre stato utilizzato per creare nuove razze.

RADIAZIONE DELLE TAGLIE

Tra le specie,le differenze più significative sono relative alle misure(altezza al garrese e peso corporeo),seguite dalle anomalie della testa(brachicefalia) e degli arti(acondroplasia),inoltre ampia è la varietà dei mantelli. Le variazioni morfologiche fra i cani dipendono essenzialmente da due sequenze di differenze di dimensioni:

- l’ontogenesi,ossia le modificazioni della forma che si avvicendano durante lo sviluppo e l’accrescimento,dallo stadio di uovo fecondato fino allo stadio adulto;

- le variazioni di scala intraspecifiche,differenze di forma fra animali adulti di varie dimensioni nell’ambito dei canidi. I canidi sono morfologicamente molto simili fra loro,differenziandosi per la taglia. Questo, da un lato,evidenzia la perfezione adattativa del tipo morfo-funzionale canino,dall’altro permette di intravedere che le diverse specie possono sovrapporsi nello stesso ambiente,senza diventare troppo concorrenziali,essendo indirizzate a predare animali compatibili con le rispettive dimensioni. Le taglie così diverse del cane domestico hanno quindi una base evolutiva dell’intero genere Canis. 

Evoluzione degli arti:

La struttura generale di un organismo riflette chiaramente l’adattamento per un particolare ambiente e per le abitudini alimentari. In senso biologico,essendo i cani selvatici,grandi cacciatori da inseguimento,il loro corpo è perfettamente idoneo a muoversi rapidamente per considerevoli distanze e ad affrontare anche lunghe fasi di galoppo. Nella loro evoluzione hanno acquisito queste attitudini irrigidendo un po’ gli arti. L’ontogenesi è il processo di sviluppo di un organismo ed è geneticamente prestabilito,ha delle tappe definite dalla scomparsa di certi organi o funzioni e dalla comparsa di altri o da ritmi di crescita e sviluppo più o meno intensi. Alterazioni genetiche complesse dei tempi e ritmi di sviluppo e crescita producono le variazioni di taglia e volume. Secondo lo studio di Wayne la larghezza relativa della diafisi delle ossa lunghe è maggiore nel cane domestico che nei cani selvatici di pari taglia,poiché il miglioramento della qualità della dieta porta all’aumento dello spessore delle ossa. Gli adulti più grandi sono il risultato di processi eterocronici che si traducono in incremento del ritmo di crescita immediatamente post-natale e nel prolungamento del periodo totale di crescita. Il peso alla nascita è poco variabile e non rapportabile ai pesi da adulti,mentre i processi opposti producono adulti di taglia più piccoli. L’intero processo ha come requisito che i ritmi di allungamento,di ogni singolo osso degli arti,vengano alterati in ugual misura. Nonostante ciò,vi sono delle variazioni interessanti,ossia metacarpi e metatarsi crescono più rapidamente del femore nei primi 75/1oo giorni di vita e più lentamente del femore per il resto del periodo di sviluppo. Praticamente i cuccioli hanno mani e piedi più grandi di quelli degli adulti. Tale processo diventa più complesso se consideriamo che diverse ossa hanno un centro di crescita ad ognuna delle estremità(epifisi),mentre altre ne hanno solo uno e che il ritmo dell’allungamento raramente è uguale nelle due epifisi di uno stesso osso. Lo sviluppo in lunghezza degli arti deve combinare armonicamente una quantità di fattori geneticamente prefissati e quando due ossa sono appaiate  delle discrepanze dei ritmi di crescita,su base genetica,possono determinare gravi alterazioni scheletriche o articolari,come patologie note in cinofilia quali la displasia del gomito o la curvatura del radio.

Ritmi e tempi di crescita:

 Taglie giganti originano dall’incremento del ritmo di crescita post-natale associato ad un prolungamento del periodo totale di crescita,così,taglie nane sono il frutto del rallentamento del ritmo di crescita post-natale e dell’accorciamento del periodo totale disponibile. Poiché la gravidanza ha sempre la stessa durata,qualunque sia la taglia,nonostante la grande varietà di specie canine,le differenze alla nascita in peso e dimensioni,dipendono da un diverso ritmo nella crescita fetale. Dopo la nascita,gli stessi ritmi di allungamento sono molto variabili fra 0 e 40 giorni,ma sono più simili dai 40 ai 250 giorni. I grandi cani vengono a differire nei ritmi dopo i 200 giorni,perché hanno un periodo di crescita più esteso rispetto agli altri. 

Razza Peso nascita Peso adulto L. femore nascita L. femore 50gg
Beagle 310 gr 10 gr 2 cm 4,3 cm
Greyhound 500 gr 35 gr 2,4 cm 8,7 cm

Le differenze in lunghezza alla nascita sono la metà di quelle fra gli adulti.

Se a parità di tempo,tra ovulo fecondato e nascita,di un lupo e uno Shihtzu che pesano alla nascita rispettivamente 450 gr e 160 gr,ossia 60 giorni,entrambi,dopo la nascita,per raggiungere il peso di 6 kg impiegano,il lupo 40 giorni e lo Shihtzu 300!!!. Questi riarrangiamenti dei tempi di sviluppo sono geneticamente determinati e soggetti alla variazione continua che permette di scegliere,ad ogni generazione gli individui più piccoli o più grandi. Raramente può presentarsi anche un salto improvviso che dà origine a soggetti particolarmente piccoli o grandi dipendente dalla variazione discontinua. Le razze piccole sono neoteniche perché rappresentano,da adulti,stadi ontogenici giovanili o infantili rallentati e poi stabilizzati. Queste razze hanno le proporzioni e il peso relativo a quello del lupo nei primi periodi dello sviluppo. 

Distribuzione volumetrica:

Se analizziamo l’elenco delle razze riconosciute dalla Fci,possiamo distribuire pesi e misure per poter avere una visione globale e identificare fasce di peso relative alle taglie ipernane,nane,piccole,medio-piccole,medio-grandi,grandi,giganti,ipergiganti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 4,7%,delle razze,va da 3,5 a 6 kg(Pechinese,King Charles spaniel)il 3,8%tra 800gr e 3,5kg(Yorkshire,Chihuahua) che possiamo chiamare ipernani.

Il 4% fra 45kg e 60 kg(Wolfhound,Bull mastiff),

il 2,6% fra 60kg e 70 kg(Mastino Napoletano)taglia gigante e

ALTEZZA RAZZA PESO ALTEZZA RAZZA PESO
72 cm Terranova 65kg 40 cm Sussex Spaniel 20 kg
72 cm Mastino Napoletano 70kg 40 cm Cocker Spaniel 14 kg
72cm Dobermann 42kg 40 cm Mancheste terrier 10 kg
      40 cm Fox Terrier 8,5 kg

1,2% oltre 70%(Alano Tedesco,San Bernardo)che definiamo ipergigante.Tale variabilità dimensionale si distribuisce quasi in una forma a campana(v. grafico)dove la moda(valore più frequente linea rossa)corrisponde alla fascia 24-35 kg,ma la media si sposta praticamente sulla destra(linea blu) corrispondente al valore 50kg circa,poiché i pesi arrivano fino ai 100kg circa. Va fatto presente,però,che peso ed altezza non sono correlate tra loro siccome le varie razze differiscono per costituzione e robustezza del sistema muscolo scheletrico. Infatti abbiamo

 

 

 

 

 

 

 

 

Lungo la curva ontogenica della crescita,ad ogni altezza e volume corrispondono forma e proporzioni costanti. Le variazioni eterocroniche di ritmi e tempi di crescita sono il punto cruciale nello sviluppo di nuove razze che si modificano nelle stesse proporzioni. Ad esempio per quanto riguarda la testa,nonostante le differenze riguardanti gli occhi:posizione,forma e taglio delle palpebre,il globo oculare è quasi sempre di 11 mm di raggio,quindi il cranio neotenico di una razza piccola deve avere degli adattamenti tali da permettergli di contenere degli occhi adulti. Durante le prime settimane di vita,il cranio cresce in modo isometrico,mentre il processo allometrico inizia con il palato a cui segue quello del muso. Tutte le modificazioni  finora descritte,che appartengono alla specie con la maggior variabilità di massa corporea,oltre a portare a modificazioni del ritmo di crescita e dello sviluppo somatico comportano dei cambiamenti fisiologici a carico dei sistemi:metabolico,endocrino e neuroendocrino. La molteplicità delle razze può essere classificata in tre grandi classi per tipi somatici,che includono la costituzione fisiologica e metabolica:

Ectomorfi: hanno peso e taglia del cane ancestrale,che per Riser,autore di tale classificazione, corrisponde al dingo,con testa allungata e corpo slanciato. Sono corridori veloci,dolicomorfi,con muscoli sviluppati,poco grasso,cute sottile ed aderente,articolazioni stabili dotate di tendini e legamenti forti. I cuccioli nascono piccoli,crescono lentamente raggiungendo tardi la maturità.  Hanno carattere freddo e schivo,riservato ed indipendente e poco incline all’obbedienza. Rappresentanti di tale tipo sono i Levrieri,nelle tre taglie,Borzoi,Sloughi e Wippet e i tipi primitivi quali Podenghi e Pharaoh.

Mesomorfi:leggermente più grandi e pesanti degli ectomorfi,sono ben sviluppati e proporzionati con apparato muscolo-scheletrico forte. Hanno cute spessa e meno tesa,con una certa quantità di grasso accumulato. I cuccioli nascono più grandi e raggiungono presto la taglia definitiva. Il carattere è estroverso,espansivo,attento,incline all’obbedienza. Rappresentano questo tipo molti cani da lavoro quali:Pastore tedesco,Labrador,Collie.

Endomorfi:hanno una taglia molto grande,anche due o tre volte quella del Dingo,una struttura pesante con ossa forti e arti grandi. L’andatura è con passo lungo e non molto aggraziata. Molti esemplari sono acromegalici ed hanno la cute molto spessa,lassa e sovrabbondante che forma rughe. Sono rappresentativi di questo tipo il Mastiff e il San Bernardo. Le patologie scheletriche e articolari nella tipologia ectomorfa sono molto rare ma aumenta al discostarsi dal tipo ancestrale.

 

 

 

MALATTIE  DI  ORIGINE GENETICA NEL CANE

Al momento attuale conosciamo non meno di 250 malattie (definite nel cane come tare ereditarie o tare genetiche) che affliggono la specie canina e che ammettono un determinismo genetico; tra queste, sappiamo che circa 90 sono dovute a un gene recessivo, 15 a un gene dominante e 45 a più geni che agiscono insieme. Le malattie legate a un gene recessivo si manifestano solo se il gene è presente in due esemplari (proveniente dal padre e dalla madre). Un individuo eterozigote non manifesterà la malattia, ma potrà comunque trasmetterla alla discendenza. È definito “portatore sano”. Le misure di prevenzione contro la comparsa di tale malattia passano dunque per la conoscenza approfondita della genealogia del candidato alla riproduzione, con l’obiettivo finale di tendere alla sua eradicazione (il caso dell’anomalia oculare del Collie). Nel caso delle malattie dovute a un gene dominante, non esiste portatore sano ed è quindi facile lottare contro l’estensione della malattia per mezzo della semplice esclusione della malattie della riproduzione. Tuttavia, certe affezioni, come l’atrofia progressiva della retina, possono manifestarsi tardivamente nella vita del cane, a volte dopo la sua riproduzione, esprimendo la persistenza della malattia in determinate razze. Altre, come le anomalie legate al gene “merlo” (specialmente la sordità), possono non manifestarsi in alcuni individui resistenti che trasmetteranno la malattia senza rendersene conto. Altre affezioni, infine, sono dovute alla concorrenza di più geni, ciascuno dei quali si esprime troppo debolmente per far scattare la malattia da solo. È la combinazione dei geni sfavorevoli e degli errori nel modo di vita del cane (squilibrio alimentare, eccesso d’esercizio) che permetterà, per mezzo delle azioni sinergiche e cumulative, la manifestazione fisica della tara. La displasia dell’anca, la criptorchidia o le anomalie dentarie illustrano questo determinismo, contro il quale, lo si capisce bene, è molto difficile lottare. Un’individuazione precoce sarà più efficace. Tutti questi esempi dimostrano quanto sia complessa la genetica del cane, e come sia la sua perfetta conoscenza a permettere ai buoni allevatori di fornire al pubblico dei cuccioli di qualità.

LE RAZZE CANINE

CLASSIFICAZIONE DELLE RAZZE

Esistono numerose razze neoteniche o pedomorfiche,soprattutto per le caratteristiche della testa,tra queste per poter stabilire la neotenia tra gli esemplari di piccola taglia,possiamo usare per loro la definizione di pedomorfismo in vari gradi.

CANI PRIMITIVI

Hanno proporzioni della testa struttura generale

 molto simili al lupo,il mantello con distribuzione

Taglia grande

Normosomatici

- Alaskan Malamute

- Groenlandese

E

V

O

primitiva,di lunghezza e colori vari. Sono meno

 disposti alla sottomissione,indipendenti,rapidi

 nell’apprendimento e con grado di addestrabilità variabile,alto nei pastori e basso negli spitz nordici.

Taglia media 

Normosomatici

-Dingo -Pastore Belga -Pastore Tedesco –Cane Lupo Ceco

 -Syberian Husky -Laika

L

U

Z

I

Coppinger classificava in questo gruppo lo stadio 

dei tallonatori e della maggior parte dei paratori/conduttori.

Taglia media 

Dolicomorfi

-Podenghi O

N

E

  Taglia piccola

Iposomatici

Nani armonici

Allometrici

-Basenji –Podengo Portoghese nano –Chihuahua –Shiba

 –Piccolo Spitz

 
  Taglia piccola

Iposomatici nani

Armonici allometrici

- Welsh Corgi

-Scottish Terrier

N

E

O

PEDOMORFI DI PRIMO GRADO

Hanno le teste allungate,lo stop generalmente più 

accentuato,le orecchie semi-erette o pendenti, 

Taglia gigante

Ipersomatici

Ipermorfici

- Borzoi

- Irish Wolfound

T

E

N

mantelli e colori vari. Sono cani paratori,con spiccato senso di Inseguimento delle prede in movimento. Taglia grande

Normosomatici

- Bloodhound –Dobermann

-Airedale Terrier

I

C

A

  Taglia media

Normosomatici

 

 

-Schnauzer –Barbone

-molti Segugi e Bracchi

 

 

  Taglia piccola 

Iposomatici nani

Armonici allometrici

-Barbone nano –Zwergschnauzer

- Fox Terrier –Manchester terrier

D

I

R

E

  Taglia piccola

Iposomatici nani

Disarmonici

acondroplastici

- Bassethound

-Bassotti

Z

I

O

N

PEDOMORFI DI SECONDO GRADO

Hanno teste più larghe,musi più quadrati,stop 

Taglia gigante

Ipersomatici

-Alano –Komondor

-Terranova –Cani da montagna

E
marcato,orecchie sempre pendenti. La pelle è più

spessa,più facile l’accumulo di grasso,mantelli e

colori vari.

Taglia grande

Normosomatici

-Bobtail –Bovaro delle Fiandre

-Golden Retriever –Setter

-molti Bracchi

D

E

L

L

  Taglia media

Normosomatici

-Labrador –Springer Spaniel

-Barbet -Puli

A

 

E

  Taglia piccola 

Iposomatici nani

Armonici allometrici

- Cocker Spaniel –Beagle

-Tibetan Terrier

V

O

L

  Taglia piccola

Iposomatici nani

Disarmonici

acondroplastici

- Maltese –Lhasa Apso

-Dandle Dinmont Terrier

U

Z

I

O

PEDOMORFI DI TERZO GRADO

Hanno i diametri trasversali della testa molto 

Taglia gigante

Ipersomatici

-Mastiff –San Bernardo

- Mastino Napoletano

N

E

accentuati,associati a musi proporzionalmente corti,occhi frontali e piccoli orecchie cadenti. La  Taglia grande

Normosomatici

- Bull Mastiff

-Cani da Presa

 

N

cute sovrabbondante che forma delle rughe più o meno evidenti. Tipicamente a pelo corto o raso,  Taglia media

Normosomatici

- American Staffordshire Terrier E

O

predisposti all’accumulo di grasso. Si trovano nella fase evolutiva della lotta giocosa,definiti cani lottatori,che restano molto vicino alla tana da ciò dipende la loro territorialità e diffidenza. Taglia media 

Normosomatici

condrodistrofici

-Boxer T

E

N

I

  Taglia media

Brachimorfi

Condrodistrofici

-Bulldog C

A

  Taglia piccola 

Iposomatici nani

Armonici allometrici

-Staffordshire Bull Terrier

-Bouledogue francese –Carlino

-Griffoncino –Boston Terrier

-King Charles Spaniel

 
  Taglia piccola

Iposomatici nani

Disarmonici

acondroplastici

-Pechinese

-Shih-tzu

 

NOZIONI DI RAZZA, VARIETA, STANDARD 

 

Ogni organizzazione cinofila internazionale riconosce differenti gruppi per la classificazione dell’insieme delle razze che esse stesse ammettono. Così la Société centrale canine (S.C.C.) in Francia e la FCI riconoscono dieci gruppi; il Kennel Club sei; l’American Kennel Club sette; la Svenska Fennel Klubben (Svezia) otto; la Real Sociedad Canina de España cinque; l’Australian National Kennel Council sei; il Bermuda Kennel Club sei. La nomenclatura delle razze canine, più utilizzata, si attiene a quella proposta dalla FCI.. Sin dall’antichità romana i cani venivano classificati in funzione delle loro attitudini. Si distinguevano al tempo i “cani da pastore”, i “cani da caccia” e i “cani da compagnia”. Aristotele recensiva sette razze di cani e non prendeva assolutamente in considerazione i “levrieri”che tuttavia esistevano già da molto tempo in Egitto. Nel XVIII secolo, Buffon tentò una classificazione dei cani secondo la forma delle loro orecchie: egli li suddivideva in trenta razze a orecchie dritte, pendenti o semipendenti, mentre Cuvier proponeva di dividere la specie canina in “mastini”, “dogue” o “épagneul”, e in funzione della forma del cranio degli individui. Nel 1885, la creazione del “Livre des origines français” (Libro delle origini francesi) permise di dividere la specie canina in ventinove sezioni distinte riunite in undici gruppi all’inizio del XX secolo, poi ridistribuite, nel 1950, tra i dieci gruppi attualmente noti. È nel 1984 che, su una proposta del cinologo R. Triquet, viene definitivamente approvata, dalla Federazione Cinologica Internazionale(F.C.I.) , una definizione zootecnica delle nozioni di gruppo, razza e varietà canina. La RAZZA è, secondo il Professor R. Triquet, “come un insieme di individui che presentano caratteri comuni che li distinguono dagli altri rappresentanti della loro specie e che sono geneticamente trasmissibili”. Secondo lui, “la specie procede secondo natura mentre la razza procede secondo cultura nell’ambito della cinofilia”. Infatti, la conduzione della selezione degli accoppiamenti di riproduttori tramite l’intervento dell’uomo può dar luogo alla nascita di una nuova razza, ma non permette in alcun caso la creazione di una nuova specie. In questo modo, la razza dei “Jack Russell Terrier” proviene da incroci tra differenti terrier intrapresi dall’omonimo reverendo al fine di migliorare la loro attitudine alla caccia. Alcuni cani, come i “cani da pastore della Languedoc”, per contro, non hanno mai potuto accedere allo status di razza riconosciuta. Altri, come il Chambray, il Lévesque oppure il Normand-Poitevin si sono progressivamente estinti a causa della loro debolezza fisica o della mancanza di interesse che hanno suscitato e sono definitivamente stati soppressi dalla FCI. Oggigiorno inoltre, razze come il Bracco belga o il Bovaro delle Ardenne sono in corso di sospensione mentre l’Epagneul di Saint-Usuge e l’American Bulldog sono candidati ad un riconoscimento ufficiale. Così, nel corso degli ultimi 50 anni, il numero di razze riconosciute dalla FCI è praticamente triplicato, rispondendo a bisogni sempre più precisi o, a volte, alla ricerca di originalità!”Un insieme di razze aventi in comune un certo numero di caratteri distintivi trasmissibili”è la definizione di GRUPPO. “. Così, ad esempio, gli individui appartenenti al primo gruppo (Cani da pastore), nonostante le loro differenze morfologiche, presentano tutti l’originario istinto di guardiano delle greggi. Così,come,altra definizione importante da far presente è quella di VARIETA’ prendendo ad esempio quella offertaci dal cinologo Raymond Triquet che la vede come “Una suddivisione all’interno di una razza i cui soggetti possiedono tutti un carattere comune trasmissibile, in più, che li distingue dagli altri soggetti della loro razza”. Così, il Pastore tedesco a pelo lungo rappresenta una varietà della razza “Pastore tedesco” ancorché sia possibile non trovare alcun individuo a pelo corto tra la sua discendenza (carattere “pelo lungo” trasmissibile in maniera recessiva). Analogamente, numerose razze ammettono varietà di colore o di struttura del mantello, se non addirittura differenti portamenti dell’orecchio nel loro standard. Ad esempio, la razza Bassotto tedesco ammette tre varietà: a pelo corto, a pelo duro o a pelo lungo.

Lo STANDARD  è definito come “l’insieme delle caratteristiche proprie di una razza”. Serve  per giudicare la conformità di un cane rispetto alle caratteristiche morfologiche e comportamentali della sua razza. Ogni razza possiede il suo standard, stabilito dall’associazione di razza del suo paese di origine, che è la sola abilitata a modificarne il contenuto. In questo modo, lo standard realizzato dalla nascita della razza rimane l’unico riconosciuto dalla FCI, anche se alcuni paesi cercano a volte di imporre le loro proprie varietà. Ad esempio, varietà inglesi  o canadesi della razza Akita Inu sono state proposte senza successo al riconoscimento della FCI. Altre sono riconosciute solo da istanze genealogiche nazionali. Alcune, come i Barboni toy e albicocca, sono stati alla fine riconosciute dal paese di origine come appartenenti ufficialmente alla razza dei Barboni. Alcune razze di cani sono difficili da classificare tra i gruppi esistenti poiché possono essersi progressivamente allontanate dalla loro vocazione originaria. Per mantenere l’originalità delle razze, alcune associazioni di razze hanno imposto dei test attitudinali naturali, se non addirittura delle prove di lavoro, come il field-trial per i cani da ferma, permettendo di giudicare un cane per le sue attitudini comportamentali e non più solamente sul suo aspetto esteriore o fenotipo.

EVOLUZIONE DELLE RAZZE

Le manifestazioni canine come i concorsi, le esposizioni e i campionati permettono ai giudici e agli esperti confermatori di promuovere la riproduzione di cani giudicati “miglioratori” della loro razza per le loro qualità di bellezza o di lavoro. Questa pratica del giudizio orienta la selezione verso gli scopi seguiti dai club di razza ma rischia di andare verso individui molto tipici, a volte molto distanti dallo standard di origine, e anche di vedere progressivamente la comparsa di differenti varietà quando le qualità di lavoro risultano poco compatibili con i criteri di bellezza. Per evitare la deriva di queste varietà che minacciano l’integrità della razza e del suo standard, è importante incrociare regolarmente i soggetti migliori di ogni varietà al fine di conservare contemporaneamente le qualità di lavoro e di bellezza proprie della razza. Il caso del Pastore belga, che conta quattro varietà distinte, è assai eloquente. Accoppiamenti inter-varietà tra Groenendael e Tervueren vengono effettuati regolarmente e mantengono una certa omogeneità razziale mentre incroci tra Malinois e altre razze effettuati allo scopo di migliorare le attitudini al lavoro (aggressività, indifferenza al fuoco) rischierebbero di minacciare l’integrità di questa varietà. Una selezione intra-razze, orientata unicamente verso attitudini al lavoro, rischia di sfociare nella creazione di un tipo fuori dallo standard (come è successo al Setter inglese), tanto più che i caratteri morfologici si perdono molto più rapidamente dell’acquisizione delle qualità di lavoro! Alcune razze si sono allontanate dalla loro vocazione. Così ad esempio, pochi Yorkshire Terrier sono attualmente utilizzati per la caccia in tana, e la gran parte di questa razza è ora destinata all’utilizzo come cane da compagnia. Analogamente, i Labrador Retriever che erano inizialmente destinati alla caccia, in associazione con i cani da ferma, sono raramente selezionati per le loro attitudini al lavoro. Le statistiche attuali della Società centrale canina permettono di  

conoscere le tendenze delle razze attuali e di provare ad estrapolare il profilo tipo del cane del futuro. Le nascite dichiarate, razza per razza, mostrano una tendenza all’arretramento delle razze più note a vantaggio dell’emergere di razze sempre più originali. Questa ricerca dell’originalità e dell’estremo è una tecnica di selezione, sviluppata soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra. Essa ha dato origine a quelli che si chiamano “ipertipi”, come ad esempio alcuni Bulldog il cui muso era diventato talmente schiacciato che non potevano più nascere se non con parto cesareo e respirare con la bocca aperta. Analogamente, i Labrador hanno una netta tendenza all’obesità, i Bassotti all’allungamento, gli Shar-pei al ripiegamento della pelle e i Pastori tedeschi all’abbassamento della groppa… I cani di piccola taglia vedono il loro formato sparire a poco a poco vedendosi chiamare “toy” o “miniature”, contrariamente ai cani di grande taglia che tendono verso il gigantismo e lasciano ai meticci tutte le qualifiche intermedie. La tendenza va verso una divisione della media a vantaggio dei due estremi!

IL CANE DEL FUTURO

L’evoluzione dello stile di vita segue lo sviluppo dell’urbanizzazione. È prevedibile la diminuzione dell’importanza dei cani da ferma a vantaggio dell’aumento dei cani da compagnia, legato allo sviluppo del lavoro a domicilio. Tuttavia, il profilo del cane da compagnia è molto mutevole in funzione della moda. Se le tendenze attuali persistessero, si potrebbe prevedere un aumento della diversità delle razze. Il cane del futuro sarà dunque sicuramente un cane di taglia media! Dato che la genetica del colore e della consistenza del mantello fa grandi passi in avanti, potrà essere “geneticamente colorato”. I meccanismi genetici caratteristici della trasmissione dei caratteri saranno noti con più precisione stabilendo la mappa del genoma canino, da qui ad una ventina d’anni. Diverrà senza dubbio possibile eliminare le tare genetiche ma anche diminuire l’influenza del caso e rispondere ad una domanda sempre più originale. Forse vi saranno meno abbandoni, ma il cane del futuro, un “cane su misura”, si allontanerà sempre di più dal profilo del cane selvatico che senza dubbio non lo riconoscerà più! Ogni razza trova la sua origine in un ceppo la cui dispersione dei prodotti nei vari allevamenti dà luogo a differenti stirpi. Anche se le partecipazioni genetiche del padre e della madre sono identiche sui cuccioli di prima generazione, si parla di “ceppo materno” e di “stirpe paterna”, nello studio di un pedigree su più generazioni. Infatti, i discendenti di uno stallone di élite “razzatore” sono sempre molto più numerosi di quelli di una cagna campionessa, fisiologicamente limitata a meno di due parti all’anno. La conferma e la raccomandazione di un maschio riproduttore sono dunque sempre molto più importanti sulla razza di quelle di una femmina! L’esame del pedigree di un cane permette di risalire alle sue origini e di farsi un’idea del grado di consanguineità che lega i suoi progenitori. Mostra che l’allevamento in parallelo di più stirpi consanguinee (o linee di sangue) è il metodo di selezione più frequentemente applicato nell’allevamento canino. Dà origine nel corso di più generazioni alla fissazione dei caratteri ricercati dall’allevatore, che costituisce in questo modo la sua propria “famiglia” riconoscibile da un cinofilo esperto. La famiglia diventa allora un insieme di individui consanguinei che presentano caratteristiche simili e che provengono dallo stesso allevamento. L’eccesso di consanguineità, in seno ad una stessa famiglia, può tuttavia portare ad una diminuzione della prolificità e della variabilità dei caratteri chiamati “impasse genetica”. L’allevatore deve allora ricorrere al “rinsanguamento” con un’altra linea di sangue. Ora, è anche possibile conservare lo sperma e dunque il patrimonio genetico di alcuni stalloni le cui qualità autorizzerebbero un “ritorno al passato”.

In base a tale discorso  mi sorge una domanda:

“Sapendo che il lupo è il progenitore del cane, il cane lasciato allo stato selvatico può ritornare un lupo?”A questo quesito hanno cercato di rispondere i ricercatori dell’università di Roma che, partendo dal principio che l’evoluzione non torna mai indietro, hanno studiato alcune colonie di cani selvatici che vivono negli Abruzzi ed hanno constatato che i cani dei boschi vivevano come lupi, vale a dire in branco con territori ben definiti, contrariamente ai cani randagi dei villaggi che lottano generalmente ognuno per proprio conto. Tuttavia, i cani selvatici non assomigliano comunque ai lupi. Essi sono più piccoli, di colore ambrato-marrone, ciò che indica una perdita definitiva di alleli, senza dubbio conseguente ad un episodio di domesticazione nel corso della loro storia.

I VARI GRUPPI

Per maggiore comodità, le razze dei cani sono presentate per gruppo, per sezione, e all’interno di quest’ultime, per ordine alfabetico dei loro nomi, e non per paese. I gruppi e le sezioni (contraddistinte dai numeri romani) corrispondono alla seguente classificazione:

1°GRUPPO

Cani da pastore (I) bovari (II), eccetto i Bovari Svizzeri

2°GRUPPO

Cani di tipo Pinscher e Schnauzer (I), Molossoidi (II), Bovari Svizzeri (III)

3°GRUPPO

Terrier. Terrier di grande e media taglia (I), Terrier di piccola taglia (II), Terrier di tipo Bull (III), Terrier da compagnia (IV)

4°GRUPPO

Bassotti

5°GRUPPO

Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo: cani nordici da slitta(I), cani nordici da caccia(II), cani nordici da guardia e da pastore(III), Spitz europei (IV), Spitz asiatici e affini (V), tipo Primitivo (VI), cani da caccia, tipo Primitivo (VII), cani da caccia, tipo Primitivo che portano una cresta lineare sul dorso (VIII)

6°GRUPPO

Segugi(I), cani per pista di sangue (II), razze affini (III)

7°GRUPPO

Cani da ferma continentali (I), cani da ferma delle Isole Britanniche (II)

8°GRUPPO

Cani da riporto (I), cani da cerca (II), cani d’acqua (III)

9°GRUPPO

Cani da salotto o da compagnia, che comprendono undici sezioni: i Bichon e affini (I), Barboni (II), cani belga di piccola taglia (III), cani nudi (IV), cani del Tibet (V), Chihuahua (VI), Spaniel inglesi da compagnia (VII), Spaniel giapponesi e pechinesi (VIII), Spaniel nani continentali (IX), Kromfohrländer (X), Molossoidi di piccola taglia (XI)

10°GRUPPO

Levrieri e razze affini, Levrieri a pelo lungo (I), Levrieri a pelo duro (II) e Levrieri a pelo corto (III)

GLI STANDARD

Secondo la classificazione della F.C.I.  lo standard menziona l’origine della razza, le differenti varietà ammesse, l’aspetto generale, l’aspetto che devono avere testa, collo, corpo, arti e coda, e per terminare i difetti eliminatori. Quando sono messi in evidenza da un candidato alla conferma, tali difetti indicano che per il mantenimento od il miglioramento della razza è consigliabile che l’esemplare non si riproduca, per limitare il propagarsi di possibili tare ereditarie.  Talvolta gli standard si evolvono nel corso degli anni, per questo alcuni stabiliti all’inizio del secolo hanno subito modificazioni legate all’evoluzione della razza.

MORFOLOGIA DEL CANE

Basandosi sulla classificazione del veterinario Pierre Mégnin, si può dichiarare che esistono:
- i
lupoidi, con orecchie ritte e testa triangolare (Pastore belga);
- i
braccoidi, con orecchie cascanti, muso largo e stop ben marcato (Dalmata);
- i
molossoidi, generalmente di grande taglia, con orecchie piccole e cascanti, testa massiccia, rotonda o quadrata, e muso corto (Dogue, Cane da Montagna dei Pirenei);
- i
graioidi, con orecchie piccole rivolte all’indietro, testa larga e fine, stop poco marcato, arti gracili. I cani possono essere divisi in  taglie:

Basandosi sull’altezza:

- piccola (meno di 46 cm),

- media (da 46 a 61 cm),

- grande (più di 61 cm).

 

Basandosi sul peso:

- piccola (meno di 10 kg),

- media (da 10 a 25 kg),
- grande (da 25 a 45 kg),
- gigante ( da 45 a 90 kg).

 

Tutti i cani hanno le stesse regioni del corpo:

il treno anteriore:
testa, collo e arti anteriori;

il corpo:
dorso, rene, cassa toracica e addome;

il treno posteriore:
groppa, arti posteriori e coda.

I mantelli e i peli presentano una grande varietà di colori e di tessiture.

MANTELLI E VARIETA’ DI PELO

La consistenza del pelo del cane è costituita da due tipi di peli: i peli di copertura, i più esterni, sono rigidi, grossolani e più lunghi dei peli di borra che, invece, formano un sottopelo protettivo, lanoso e corto. Quest’ultimo non è presente in tutte le razze, ma è molto importante in quelle nordiche. Questo insieme, dalla funzione estetica e protettiva, riflette la salute del cane. Il mantello è determinato dalla ripartizione dei colori dei peli, oltre che dalla pigmentazione del tartufo e della pelle. I mantelli possono essere mono- o pluricolori.

MANTELLI MONOCOLORI

- Naturalmente ci sono il bianco e il nero, poco diffusi come colori puri.
- Il
grigio, che è una mescolanza di bianco e di nero, ha diverse sfumature: il grigio topo, il grigio acciaio (Yorkshire), il grigio lupo, che è un grigio giallastro con le estremità nere, e il grigio-blu che, apparentemente, è una diluizione del nero (i cuccioli, però, sono blu fin dalla nascita),l’isabella variazione di grigio tipica dei Levrieri.
- Il
fulvo, con sfumature rosse, arancione e dorate, è un colore tendente al giallo (Barbone albicocca) che, quando è diluito, produce un colore sabbia, come nei Labrador. Si può trovare il fulvo carbonato (le punte dei peli sono nere) nel Tervueren e il sabbia carbonato (spesso denominato grigio o sale e pepe) nello Schnauzer.
- Il
marrone (bruno o fegato) può essere più o meno chiaro e tendere talvolta al rossiccio. Nel Barbone è scuro e uniforme; nel Terranova diventa color cioccolato con un riflesso bronzeo.

MANTELLI PLURICOLORI

- Nero focato , che si trova nel Setter Gordon e nel Pastore della Beauce, con contorni ben delimitati a livello di labbra, palpebre, petto, punte delle natiche e parti distali degli arti. Nel Pastore tedesco, al contrario, i colori sono mescolati.
- I mantelli screziati, come il
merlo e l’arlecchino, sono costituiti da macchie diluite. Si trova il merlo (pezzato su fondo chiaro) nello Shetland e nel Pastore australiano; il danoisé (fondo grigio con macchie bianche e nere) nell’Alano. Il gene responsabile è associato ad anomalie dell’udito e della vista.
- Il
bringé è costituito da zebrature nere su fondo fulvo, come nel Boxer.
- I mantelli
tricolori (fulvo, nero e bianco) sono frequenti nei segugi.
- Il
pezzato è composto da macchie nere, marroni o blu su fondo bianco.
- Il
caille è un mantello bianco a macchie bringé.
- L’
ubero è formato da peli bianchi e rosso chiaro, il tutto ben omogeneo.
- L’
aguti è un pelame in cui la base e l’estremità dei peli sono nere, mentre la parte intermedia è rossiccia; caratterizza certi mantelli selvatici.
- Il
roano, che troviamo in alcuni Spaniel Picard, è raro; è composto da peli bianchi, neri e fulvi.

Questi mantelli, tuttavia, presentano variazioni: mantello con pezzatura quando presenta uno stesso colore sul dorso e i fianchi, come nel Pastore tedesco e nell’Airedale; mantello con screziature, con tracce bianche in un mantello monocolore, mantello picchiettato (peli bianchi su fondo marrone), moschettato o trotinato (moschettatura fulva). Può anche avere riflessi di diversi colori, essere slavato o brizzolato. Nei cani dal mantello blu merlo, si osserva la presenza di zone depigmentate sul tartufo e negli occhi, dovute a una riduzione del pigmento in certi punti della pelle.

NATURA DEL PELO

Il pelo è un filamento corneo, flessibile ed elastico; la parte situata all’esterno della pelle è, in realtà, l’elemento morto. Così come esistono diverse razze di cani, esistono anche diverse strutture e ripartizioni dei peli, che variano in lunghezza, diametro, consistenza e anche forma (dritti, flessibili, ondulati o ricci). Anche la loro ripartizione è diseguale: si può trovare un ciuffo sulla testa, una criniera a livello del collo (Chow-Chow), un mantello frangiato quando vi sono bordi di peli lunghi dietro gli arti, sotto il ventre e la coda, o una spazzola quando i peli della coda sono più lunghi che nel resto del corpo. Esistono diversi fattori che influiscono sulle variazioni del pelo: l’età, per esempio. Effettivamente, in certe razze, il pelame del cucciolo è diverso da quello dell’adulto. Le moschettature, per esempio, compaiono con l’età (Bracco d’Auvergne); molti Dalmati non hanno macchie alla nascita, mentre lo Yorkshire nasce tutto nero. I peli incanutiscono con l’età, soprattutto a livello della testa, cominciando dal muso. Il pelo di un cane in cattiva salute o malnutrito è spento e fragile; anche la luce può renderlo fragile e strinato. Si può notare che il colore del pelo, dopo una tosatura, è più chiaro e più deciso. I peli non smettono mai di crescere; si rinnovano con la muta, che generalmente ha luogo in primavera e in autunno, per un periodo che può durare da quattro a sei settimane. Il cambio di peli è, invece, quasi permanente nei cani che non vivono all’aperto…

DIVERSE LUNGHEZZE DI PELI

I cani a pelle nuda

Come i cani messicani o cinesi, che hanno crini solo sulla testa e sulla coda. La pelle è sottile, morbida e calda, molto pigmentata di nero.

Pelo raso o liscio
Da 5 a 15 mm di lunghezza. I peli sono molto sottili nel Pinscher, sottili e corti nel Whippet e piùspessi nei cani da ferma.

Pelo corto
Con una lunghezza da 15 mm a 4 cm (max.). I peli sono lisci, dritti e abbastanza duri, come nel Pastore tedesco. Quando il pelo è più corto, come nel Beagle, lo si chiama “canaglia”.

Pelo semilungo (da 4 a 7 cm) o lungo (più di 7 cm)
Nel Setter i peli sono sottili, setosi e ondulati. Possono essere più lunghi dell’altezza al garrese, come per esempio nello Yorkshire. Possono essere ricci come nel Barbet, più lanosi nello Spitz o cordati, come ad esempio nel Puli Komondor.

DIVERSI TIPI DI PELO

Pelo duro
È ruvido al tatto, arruffato e trattiene uno strato d’aria. Lo si trova nel Pastore di Piccardia, in cui è semilungo, o anche nel Griffon vendéen.

Pelo eterogeneo
È composto per due terzi da peli abbastanza duri e per un terzo da peli più morbidi, come filato (Dandie Dinmont Terrier).

Pelo liscio
Ha un aspetto brillante, come nell’Alano o nel Rottweiler.

Pelo setoso
Peli molto sottili, morbidi e dolci, come nel Setter.

Pelo lanoso
Meno brillante e dall’aspetto più fitto, come nel Barbone.

IL CORPO DEL CANE

Come già anticipato,si distinguono tre parti principali nel corpo del cane:
-
Il treno anteriore: La testa, il collo, gli arti anteriori;
-
Il corpo: La linea superiore, la cassa toracica, l’addome;
-
Il treno posteriore: gli arti posteriori e la coda.

1. Tartufo -  2. Canna nasale -  3. Occhio -  4. Orecchio(padiglione) – 5. Collo(regione dorsale)
6. Spalla – 7. Garrese – 8. Dorso – 9. Rene o lombo – 10. Groppa – 11. Coda o spazzola
12. Coscia – 13. Grassella(ginocchio) – 14. Gamba – 15. Garretto(tarso) – 16. Metatarso
17. Regione inguinale(inguine) – 18. Prepuzio – 19. Fianco – 20. Ventre – 21. Braccio
22. Collo (regione ventrale) – 23. Guancia – 24. Bocca – 25. Gomito – 26. Avambraccio
27. Carpo – 28. Mano (dita) – 29. Unghia – 30. Sterno – 31. Punta della spalla
32. Toraceo o costato – 33. Gola – 34. Nuca – 35. Punta della natica – 36. Punta del gomiti

 

 

 

IL TRENO ANTERIORE

La testa può essere rotonda (Cavalier King Charles Spaniel), lunga (Levriero) o quadrata; ha un ruolo importante nell’equilibrio. Le razze a testa lunga tendono ad avere il naso appuntito, quelle a testa quadrata ad avere mascelle corte e muscolose (ciò riguarda essenzialmente le razze che in origine erano destinate al combattimento). Nella testa distinguiamo due regioni principali: la parte posteriore con il cranio, che contiene l’encefalo, e la parte anteriore, la faccia, con le cavità nasali. La regione intermedia è centrata sulle due orbite. La differenza nelle proporzioni cranio-facciali definisce i dolicocefali (muso allungato), i brachicefali (muso corto e schiacciato) e i mesocefali (fra i due precedenti).

LA TESTA

La testa comprende altre regioni definite con minor precisione. Le tempie sono situate dietro agli occhi, lateralmente, e sono limitate in basso dalle arcate zigomatiche che toccano la scatola cranica e sono abbastanza determinanti per la morfologia della testa. La regione parotidea si trova sotto le orecchie, dietro la regione del massetere; anch’essa si trova dietro la guancia ed è molto ridotta, in realtà, dalla grande apertura della bocca canina. La nuca sporge moderatamente all’indietro al livello del collo; la gola può avere pliche cutanee, chiamate giogaia.

IL COLLO

Il collo ha forma cilindrica, con il diametro nell’estremità toracica maggiore che in quella cefalica. Dorsalmente termina al livello del garrese e forma un angolo più o meno aperto con il dorso. Questa regione, importante per la valutazione della bellezza del cane, influisce sul portamento della testa e sull’equilibrio del cane, poiché regola la posizione del centro di gravità. L’asse testa-collo riveste il ruolo di bilanciere cervico-cefalico, che equilibra il resto della colonna vertebrale e di cui il cane si serve nel movimento (se un cane, per esempio, ha la testa e il collo bloccati a terra, non può rialzarsi). Prosegue nelle spalle, nel garrese e nel petto. La posizione del collo cambia a seconda dell’andatura: è esteso in fase di propulsione, contratto in fase di raccolta.

GLI ARTI ANTERIORI

Gli arti anteriori sono generalmente lunghi e leggermente appiattiti. La spalla è obliqua, in direzione alto-basso e dietro-avanti, e leggermente convessa. Il braccio è limitato dalla spalla, in alto, e in basso dal gomito, che è più o meno attaccato alla parete costale. Le due dita mediane sono più lunghe e più forti delle due laterali. I cuscinetti dermici (spesso strato corneo e grasso) sono sporgenti e un po’ bombati. Le unghie sono curve e cornee e formano la parte finale delle dita; non devono toccare il suolo quando il cane appoggia la zampa.

IL PETTO

Il petto, che costituisce la parte anteriore del torace, varia in altezza, in larghezza e nella posizione rispetto agli arti anteriori. Forma un quadrato perfetto nel Bulldog francese e l’arcata di un ponte nel Bulldog inglese.

IL CORPO

LA LINEA SUPERIORE

La linea superiore è formata dall’insieme del dorso e della zona lombare. È quasi orizzontale nei mediolinei, insellata nei giovani, inarcata nei cani robusti. Il dorso ha un profilo rettilineo od orizzontale e può essere leggermente inclinato all’indietro, incurvato nei longilinei; il rene è la continuazione del dorso e tende ad essere un po’ più largo di quest’ultimo. La groppa prosegue la linea del rene; è obliqua e più o meno arrotondata, ma rettangolare se vista dall’alto. Termina all’attaccatura della coda.

LA CASSA TORACICA

La cassa toracica comprende il torace (o costato), che è una regione fortemente convessa, formata dalle 13 costole. Un torace profondo è lungo (dalla punta della spalla fino all’ultima costola) e deve rappresentare i due terzi della lunghezza del cane. Lo sterno forma un arco a raggio molto ampio (l’arco sternale). Questa regione contiene l’area cardiaca, che deve essere abbastanza grande nei cani che fanno notevoli sforzi.

L’ADDOME

L’addome è una cavità situata dietro il diaframma. Racchiude diversi organi essenziali per le funzioni biologiche (l’apparato urogenitale, la milza e l’apparato digerente). Il fianco è una regione leggermente concava e di diversa lunghezza, a seconda della taglia del cane. La curva del fianco si fonde con il ventre; è difficile vederne la demarcazione nel cane. Nella parte inferiore ci sono le mammelle, per le femmine, e il pene, posteriormente, per i maschi.

IL TRENO POSTERIORE

GLI ARTI POSTERIORI

Gli arti posteriori sono più lunghi e più massicci di quelli anteriori; hanno anche un’angolatura particolare, più aperta. Le cosce sono generalmente robuste, la grassella divide la coscia e la gamba, che è lunga e obliqua. Al garretto inizia l’estremità inferiore dell’arto: lo stinco, inclinato in avanti e che ha talvolta uno sperone sul bordo interno. Il piede è generalmente un po’ più corto di quello anteriore.

LA CODA

La coda è diversa per lunghezza, larghezza e portamento in ogni razza. Può essere a cavatappi (Spitz), frangiata e lunga (Setter), accorciata (Terrier). I cani che nascono senza coda sono detti anuri, quelli con coda corta brachiuri. La coda può anche venire accorciata (caudectomia), seguendo regole precise. Il portamento della coda può essere rigido, orizzontale o curvato. Il taglio della coda segue regole diverse e ben precise nelle diverse nazioni.

 

Bibliografia

- “Lupi travestiti”  di B.Gallicchio – Edizioni cinque

- “Akita inu”  di G. e G.Danesi – Edizioni cinque

Siti Internet Consultati

- Royal Canin Scientific Library*

- Wikipedia

- Sito ufficiale di L.David Mech*

- Il lupo in Svizzera UFAFP*

*I diritti sulle immagini sono riservati e di proprietà degli autori.

  Sono state selezionate dai siti segnalati.

Io sono il Lupo
la fame è mia compagna
la solitudine la mia sicurezza.
Io giaccio di notte
freddo è il mio letto
il vento la mia coperta.
Io sono il silenzio
un’ombra nella foresta
impronte lungo il fiume.
La mia corsa
è un lungo inseguimento
di scintille di fuoco
dalla pietra focaia della notte.
Io sono ucciso ma mai distrutto
Io sono il Lupo.

(Benny Lee Cames)

 

 

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Our firts goal is to breed a Good Tempered, Healthy Akita